Elio Germano… non nasconderti
“Volevo nascondermi” è un film sulla natura in ogni senso possibile. Non solo sul pittore Antonio Ligabue.
La natura non è sempre bella, a volte è feroce, crudele, cattiva ma si esprime sempre attraverso un bagno di colori, vivaci, forti, violenti.
La natura però è semplice, pratica, di una coerenza disarmante, diversa dall’uomo sempre pronto a mezzucci, secondi fini, manierismi e regole dettate solo dalle convenzioni sociali.
La natura è sincera e Ligabue con lei.
Lui non è un uomo, è un animale, nel senso migliore del concetto, è puro, semplice, di una semplicità feroce, atavica e primordiale.
Lui vuole nascondersi da questo mondo che non capisce e che non vuole capire lui, pensa di essere sbagliato, di avere demoni nella testa e si punisce.
In realtà i suoi demoni sono tigri, forti, feroci, colorate e bellissime.
Il pittore è la voce della natura selvaggia, è il punto d’incontro tra l’umano e il divino.
Magistrale l’uso dei colori che ne fa Giorgio Diritti, (già autore dello splendido “L’uomo che verrà”), della campagna, tenui e rassicuranti, in contrasto con la luminosità e la bellezza degli animali.
Spicca tra tutto il bianco sudicio di un corridoio di manicomio, o lo squallore di una stanza asettica con il soffitto vuoto e così sfacciatamente incolore.
Elio Germano sempre sorprendente ma che mi ha stracciato il cuore in “Volevo nascondermi” è stata la dolcezza di Orietta Notari, il suo affetto è così palpabile e vero da rendere incantevole il loro rapporto di amicizia quasi filiale.
Forse “Volevo nascondermi” è a tratti esagerato e spietato ma questa è stata la vita del pittore, questa è la sua storia.
Siamo tutti animali dice Antonio … e ha ragione … siamo bestie.
“Volevo nascondermi” è uscito al cinema in questi giorni, dopo lo stop della pandemia e dopo aver conquistato il Festival del cinema di Berlino diversi mesi fa, dove vinse l’Orso d’Argento per la performace di Elio Germano.